Caro collega,
è ormai imminente la fine del 2020, un anno molto particolare caratterizzato dal "coronavirus" che ha provocato modifiche profonde nello stile di vita di ciascuno di noi e che, purtroppo, si è portato via molti amici e parenti. Da circa 10 mesi il tema della "pandemia" è al centro dell'attenzione e ancora adesso i notiziari televisivi e radiofonici si aprono con il bollettino dei nuovi contagiati, dei ricoverati in terapia intensiva e soprattutto dei deceduti con numeri sempre troppo alti per sentirci al sicuro da un possibile contagio.
Poiché volenti o nolenti siamo diventati tutti "esperti" sulle cause del contagio e sui mezzi per combatterlo (mascherine, osservanza delle distanze, sanificazione, ecc.) non sarò io ad aggiungere parole inutili che potrebbero soltanto annoiarti e spingerti a cestinare questa lettera prima di finire di leggerla.